Se non sapete chi disse che bisogna essere duri senza perdere la tenerezza, probabilmente il titolo non vi dirà niente; il titolo originale in effetti è più esplicativo: Ernesto Guevara, también conocido como el Che. La monumentale biografia del Che, ad opera di Paco Ignacio Taibo II. Praticamente un testo sacro. La mole del volume, l'intensità del contenuto, l'importanza del personaggio che spesso è considerato un santo laico contribuivano a creare un alone mistico mentre sfogliavo le pagine del libro, uscito malconcio causa pioggia, ma comunque integro.
So long, amigo. I won’t say goodbye. I said it to you when it meant something. I said it when it sad, and lonely, and final.
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giovedì 22 novembre 2012
giovedì 15 novembre 2012
Quando non fischia il vento
Alla fine della fiera, siamo giunti: all'estremo lembo dell'Italia nordorientale, che sembra che sei arrivato quando il navigatore impazzisce all'altezza del passante di Mestre e invece è ancora lunga. Quel pezzo d'Italia che sembra aggiunto per sbaglio e invece è praticamente stato lasciato per ricordo, la città italiana da meno tempo: Trieste. Trst in sloveno, che sono noti per il dono della sintesi. Oltre Trieste, c'è solo Muggia prima di abbandonare l'Italia. Un piccolo paesino, un piccolo porto di confine, che in mezz'ora ci siamo girati due o tre volte sotto la pioggia prima di andare via e in cui abbiamo scoperto che se da quelle parti chiedi un cappuccino in un bar, non ti danno proprio un cappuccino. Vi lascio la sorpresa, nel caso capitate da quelle parti. Muggia, gli intenditori lo sapranno, è la cittadina che ha dato i Natali a Dario Hübner. Ci tenevo a ricordarlo. Ma torniamo a Trst.
domenica 11 novembre 2012
Trg, trg, trg ovunque
In realtà prima di arrivare alle trg ci siamo fermati a Postojna, alle grotte. Ben 21 km di grotte, di cui circa tre aperti al pubblico, di cui due da percorrere su un simpatico trenino. Già nell'ottocento, quando era ancora impero austro-ungarico, era attivo il trenino e l'illuminazione elettrica. Un bel giro, con la nostra guida Franz che in ottimo italiano ci illuminava sulle meravigliose formazioni calcaree sotterranee. Purtroppo c'era un nutrito codazzo di terroni che, come usciti da un cinepanettone appena sfornato, mi facevano a più riprese venire voglia di sprofondare sottoterra, se non fosse stato che ci ero già.
martedì 6 novembre 2012
E alla fine arriva il buio
La strada da Trieste a Pola è lunga, soprattutto se non prendi l'autostrada. Attraversi tutta l'Istria, ti fai un paio di km in Italia, una trentina in Slovenia e poi via di Croazia fino a destinazione. Siamo partiti tardi, è vero, però va detto che una luce, almeno ogni quindici o venti km potrebbero anche metterla da quelle parti. E non è questione di strada, al ritorno sull'autostrada la situazione era la stessa. Insomma, ci si ritrova col sole tramontato, in una terra piena di scritte incomprensibili, col dubbio che accettino i tuoi soldi visto che girano monete chiamate kune e col dilemma di dove sia il mare, visto che non si vede ma c'è, indubbiamente.
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