mercoledì 13 novembre 2013

Umbre de muri, muri de mainé - volume 2


A Genova è stato possibile dedicare solo una giornata scarsa. Fatta però a ritmi elevatissimi, confermando i tre giorni di charme a discapito del relax. Anche il sabato sera eravamo distrutti, sed fugit interea fugit irreparabile tempus.
Non è iniziata bene. L'idea di venire in macchina si è rivelata valida, ma ha comportato penare alla ricerca di un parcheggio, lasciando l'auto nei meandri di un parcheggio sotterraneo che non aveva nulla da invidiare a Metropolis di Fritz Lang. E due Euro l'ora di parcheggio, senza forfait giornaliero. L'alternativa era scivolare nella follia. Mai visto un casino tale al di fuori di Roma.
Avendo parcheggiato vicino Porta Soprana, ci siamo addentrati subito nei caruggi, passando davanti la casa di Cristoforo Colombo. Atmosfera da togliere il fiato, causa la mancanza di spazio. Mi sembrava di stare a spasso per Venezia: stradine strette, palazzi alti, le vie centrali e più ampie mediamente affollate e i vicoletti laterali deserti. Visto che abbiamo parcheggiato ben dopo mezzogiorno, pranzo veloce ad un forno in via del Campo. Perché chiaramente l'attrazione principale della zona era via del Campo.
Non ha ovviamente niente di speciale, ma al civico 29 rosso un museo dedicato ai cantautori genovesi dovrebbe far venire in mente anche ai meno informati per quale motivo è celebre. Ovviamente non potevo uscire da lì senza comprarmi un libro.
Da via del Campo ci dirigiamo verso il porto antico, e da lontano già si scorge la lunghissima coda per l'Acquario. Puntiamo sulla pioggia, che ha iniziato a cadere con molta calma e lo posticipiamo al pomeriggio inoltrato. Torniamo indietro, ripassando per via di San Lorenzo entrando nella cattedrale. puntiamo verso Brignole, dove scopriamo che la Trattoria da Maria la sera è chiusa, il che, unito al fatto che Sa Pesta aveva già tutti i posti prenotati, ci lascia senza idee per la cena. Infine Piazza Alimonda e la lapide a Carlo Giuliani. Sono ormai le quattro e mezza.
Torniamo a Brignole, autobus direzione Sampierdarena e a fatica riusciamo a trovare la strada per la Lanterna. Saliamo in cima che ormai è il tramonto, continua a piovere e ci dicono di non stare troppo che c'è rischio fulmini. Ma la vista è fantastica, si riesce ad abbracciare tutta Genova. Ci si rende conto ancora di più di come sia un tutt'uno con il mare e con il suo porto. c'era anche un museo, molto interessante con una serie di video sulla città, ma vederli tutti avrebbe impiegato ore. Mentre dobbiamo riprovare l'acquario.
Sono le sette, continua a piovere ed è buio. La fila è sparita. Entriamo, spendendo 23 bei sacconi, in un acquario che sembra abbandonato. Bar chiuso, alcune vasche che non si capisce se hanno spento l'illuminazione o se è colpa della luce esterna che non c'è. Poche persone, silenzio. Ci ritroviamo che sono le nove e la giornata si è raddrizzata, la maggior parte degli obiettivi è stata centrata. Manca la cena.
Proviamo a riaddentrarci nei caruggi e passando per via di San Bernardo scegliamo la Trattoria del Galeone, nonostante l'insegna non accattivante. Un'ottima scelta. Peccato solo che avevano finito la torta di pere e noci.
Ripartiamo quindi che siamo al 76' di Milan-Fiorentina, sfiniti ma soddisfatti, portando con noi il ricordo di una città non bella, ma ammaliante e seducente.

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