venerdì 26 aprile 2013

LA PECORA NERA, di A. Celestini

Continuiamo su un livello bassino. Non è male, ma ancora non è totalmente appagante. Diciamo che non è neanche il miglior Celestini, assolutamente non ai livelli di Lotta di Classe o Pro patria. Quest'ultimo in realtà non l'ho letto, ma l'ho visto a teatro.
Si parla di matti e dei favolosi anni Sessanta. Molto caotico, molto intrecciato, un fiume in piena, ma non è una novità se conoscete Ascanio Celestini. Solo che stavolta mi sono perso spesso e volentieri. Poi non è che sia uno dei miei argomenti preferiti, diversamente dagli altri due. E avrà influito anche il fatto di averlo letto in quaranta minuti, da mezzanotte e un quarto all'una circa. Cinque mesi di Latinoamerica mi hanno proprio forgiato. Potrei leggermi la Bibbia in latino. Comunque sia, in conclusione, niente di entusiasmante. Se non avete letto gli altri, leggetevi quelli. Se li avete già letti, considerate la possibilità di leggere qualcosa di un altro autore. Devo ammettere però che l'ultima citazione ha reso il libro degno di essere letto.
Chi ha vissuto fino ad oggi ha visto tutto quello che si poteva vedere. Ha visto i cani nello spazio, gli uomini sulla Luna e un robot a rotelle su Marte. Ha visto esplodere New York, Londra e Madrid e non più soltanto Kabul e Baghdad. Ha visto l'ovetto Kinder che trasforma tutti i giorni dell'anno in una Pasqua infinita. Ha visto il latte in polvere, il vino in tetrapak e le fragole con l'aceto.
Io mi sono seduto vicino alla suora che si era messa seduta e diceva il rosario. Quella mi pareva che stava a parlare da sola... e invece parlava con Dio! Ma parlava così piano che secondo me pure a Dio gli pareva che parlava da sola.
Mio padre schifava gli anni Sessanta. Diceva che "adesso sui rotocalchi c'è scritto che tutti gli italiani sono ricchi e si comprano il frigorifero e la lavatrice. Manon è mica vero che è vero. Infatti noi stiamo ancora a fare i pastori in Abruzzo. E a forza di contare 'ste pecore ci siamo addormentati, sono arrivati gli anni Sessanta e non ce ne siamo accorti.
Che uno non riesce a capacitarsi per quale motivo una pecora che è notoriamente un animale cretino... per quale motivo una pecora concentra tutta la sua intelligenza per costruire queste palline di cacca tanto perfetta.
Io penso che l'amore è proprio questo. Lo potrei scrivere sul muro del supermercato che l'amore è... ridere di una suora che fa le scuregge.
 Voto: 2,5/5

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