domenica 9 settembre 2012

FACTOTUM, di C. Bukowski

E con questo abbiamo concluso le storie di Henri Chinaski. Un romanzo speculare a Donne, sia come collocazione temporale che come struttura:  prima di Post Office, passando da un lavoro all'altro contro dopo Post Office, passando da una donna all'altra.
In realtà non c'è molto da dire... Un libro di Bukowski, in cui si mescolano con stridore sesso, alcol, povertà e la faccia triste dell'America. Niente di più o di meno rispetto agli altri, se non appunto l'ambientazione. I romanzi di Bukowski, con l'eccezione di Pulp, sono un'unica grande storia.

Non vorrei però sminuirli. Potremmo paragonarli a una serie tv.  Parla sempre delle stesse cose, più o meno. Ma se vi piace, non perderete un episodio e vi vedrete tutte le stagioni.
Una volta letto un libro di Bukowski, o lo getti via schifato o continui a leggere tutto quello che trovi, quasi ne fossi dipendente, perché ti viene mostrato il lato peggiore, perverso, il lato che pensi che non ci sia o fai finta che non ci sia.
Quella fu la prima volta che venni a sapere che non bastava fare un lavoro, bisognava anche trovarlo interessante, appassionante.

Chiunque scrive molto meglio dopo una bistecca di manzo e una pinta di whiskey che non dopo una tavoletta di cioccolata da cinque cents. Il mito dell'artista morto di fame è una balla.

Più tardi andammo a letto. Le luci erano spente e le montai sopra. Le diedi un paio di colpi. mi fermai. "come ti chiami, a proposito?". "Che cazzo di differenza fa?" rispose.

Fui costretto a umiliarmi per avere il posto... Raccontai che mi piaceva pensare al mio lavoro come a una seconda casa. Questa trovata piacque molto.

La gente non ha bisogno di affetto. Quello di cui ha bisogno è il successo, in una forma o nell'altra. Magari successo in amore, ma non necessariamente.

Come cazzo si poteva pensare che fosse divertente svegliarsi alle sei e mezzo con la soneria, saltar giù dal letto, vestirsi, ingoiare qualcosa di malavoglia, cacare, pisciare, spazzolarsi denti e capelli e buttarsi nel traffico per arrivare in un posto dove essenzialmente si facevano un sacco di soldi per qualcun altro e essere anche grati a chi ti dava la possibilità di farlo?

Non voglio fare la predica, ma una cosa la posso dire con certezza... la gente fa una vita difficile, impazzisce, e la pazzia salta fuori quando guidano. Non sono qui per dirvi come dovete vivere. Chiedetelo al rabbino o al prete o alla puttana del quartiere. Io sono qui per insegnarvi a guidare.
Voto: 4/5

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