venerdì 14 febbraio 2014

ANCORA UNA NOTTE, di R. Chandler

Finalmente, a distanza di anni, riesco a comprare il romanzo di Chandler che mi mancava. Me l'ero quasi dimenticato, ormai. In realtà in libreria non ero neanche sicuro, era passato troppo tempo e non mi ricordavo con esattezza il titolo. Anzi, non me lo ricordavo per niente, però me la sentivo e ho rischiato.
Si è rivelato come mi aspettavo: un bel libro, che ti tiene incollato alle pagine, ma distante dal Grande Sonno o dal Lungo Addio. Più che altro la trama mi è sembrata un po' fiacca, alla fine lascia l'idea che tutto il casino che si è creato sia successo per niente. Tipo quando vedi il terzo o il quarto sequel di un film, che ormai hanno finito le idee ma comunque te lo vedi che sei affezionato al personaggio. Ma in questo caso, siccome il personaggio è Philip Marlowe, che dopo aver visto il film non posso non immaginarmi con le sembianze di Humphrey Bogart, riesce comunque a rimanere di buon livello.
Il mio era un lavoro meschino e gretto che svolgevo per gente che non mi era simpatica. Ma devi essere disponibile amico mio: loro pagano il conto, tu scavi nel fango. Questa volta, però, mi sembrava di sentirne il sapore.
Non c'era altro modo di vedere la cosa. Ci sono cose che sono fatti, in senso statistico, su carta, su nastro, evidenze. E altre lo sono soltanto perché lo devono essere, altrimenti non esiste alcun senso.
Se non fossi un duro, non sarei vivo. Se non riuscissi ad essere dolce, non meriterei di esserlo.
Sedetti dul divano e fissai il muro.Ovunque andassi, qualsiasi cosa facessi, sarei sempre tornato a quella vita. A una parete vuota in una stanza insignificante, dentro una casa senza significato.
Voto: 4/5

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