sabato 24 dicembre 2011

Lenin

Finalmente, dopo quasi un mese, ho terminato il libro che mi aveva regalato Francesco, una raccolta di scritti economici di Lenin. Un volume di valore, costava 10.000 lire negli anni '70.
Una lettura interessante, ma decisamente impegnativa. Soprattutto la prima parte, quando criticava articoli di altri scrittori richiamandosi incessantemente al Capitale e delineava lo scenario russo relativamente al capitalismo agrario.
Molto meglio la seconda parte, quando inizia l'analisi critica del capitalismo industriale e finanziario, anche perché sembra di leggere notizie di oggi. La crisi, le speculazioni finanziarie. Le banche che col loro potere finanziario controllano tutto. Uno dei punti indicati necessari come soluzione della crisi era appunto, secondo Lenin, la nazionalizzazione delle banche. Pensate, parliamo dei primi del '900, già era diffusa l'abitudine di falsificare i bilanci sfruttando lo scarso controllo esterno. Cent'anni e non è cambiato un cazzo, porca puttana!
L'ultima parte invece è composta da scritti successivi alla rivoluzione d'Ottobre, quindi sono più di carattere pratico, discorsi ai congressi di partito o articoli sulla Pravda ma comunque che hanno come base lo stato socialista  sovietico in essere.
In particolare mi hanno colpito due aspetti. Il primo è l'immenso numero di comitati, sindacati e associazioni di qualunque genere che la Russia sovietica aveva. Ogni aspetto della vita aveva un qualche gruppo associato. Raramente era uno solo.
Il secondo invece è l'atteggiamento di Lenin. Nei suoi scritti appare una incessante autocritica, non ha mai paura di riconoscere gli errori commessi e di dover fare passi indietro perché i passi avanti precedenti erano stati fatti nella direzione sbagliata. Questo perché senza riconoscere i propri errori non è possibile riuscire a raggiungere alcun obiettivo.
In particolare, indica come uno dei pericoli più grandi per lo stato sovietico la tendenza, che aveva notato nel partito, di allontanarsi dal popolo operaio e contadino, e ciò avrebbe portato al disfacimento della repubblica, cosa che, decenni dopo, si è avverata.  Lenin cita anche altri fattori, come l'eccessiva burocrazia; in sostanza già aveva colto nei primissimi anni della repubblica sovietica i mali che avrebbero portato al crollo di fine secolo.
Dopo questa appagante lettura, dichiaro felicemente concluso l'anno 2011 per quanto riguarda le letture. Ho già cinque libri da leggere in lista d'attesa, più due fumetti e un buono di quaranta euro che trasformerò in libri al più presto. Ma ne riparliamo a Gennaio.
Già che ci siamo, buon Natale a tutti. In particolare a tutti i russi che per motivi a me ignoti passano da questo blog accrescendo artificiosamente le statistiche, anche se mi sa che non festeggiano adesso il Natale che sono ortodossi.

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