martedì 27 dicembre 2011

Tutti a casa

Ho il sospetto che quando dico che invece di lavorare preferirei starmene a casa la gente non mi prende sul serio.
Prima di tutto una premessa. Se, e sottolineo il se, non ci fosse l'esigenza per una coppia di dover fare due lavori, ovvero se uno stipendio bastasse per vivere, avere una casa, mantenere una famiglia, si lavorerebbe in due in una coppia? Se bastasse che uno solo lavorasse, non si troverebbe un accordo? Uno lavora, badate bene che uno vale l'altro, uomo o donna o travello, e l'altro pensa alla casa, ai figli. oppure due part time, che forse sarebbe la soluzione migliore. C'è chi fa stupidi discorsi del tipo che non accetterebbe mai che la donna guadagnasse più di lui, che è l'uomo che deve mantenere la famiglia.. Sono gusti, a me non mene frega un cazzo di chi guadagna di più, anzi. 
Finita la premessa. Questo per arrivare al punto.  L'unica obiezione seria, al mio discorso, è che uno si rompe le palle di stare a casa a pulire, a stirare, a cucinare, a lavare, ad accudire i figli e preferisce lavorare. Esatto. Sono d'accordo. tralasciando il fatto che le donne lo hanno fatto per millenni e a nessuno gliene è fregato mai un cazzo, avete trovato la chiave del discorso.
A parte  le cazzate che racconto in giro, se stai a casa non passi il giorno a riposarti. Ci sono molte cose da fare. In fondo, è come se fosse un lavoro, e neanche pagato. Ma io, nell'ipotesi, il famoso se di qualche riga fa, che uno stipendio basta per campare, me ne starei volentieri a casa. Per due motivi.
Il primo è, con mia somma vergogna, che non mi sento minimamente realizzato a fare fogli excel, database in access o qualunque altro lavoro di merda in qualunque società di merda. Non me ne frega un cazzo. Non voglio fare carriera, non voglio fare il consulente de sto cazzo, non voglio passare le notti sveglio a risolvwere problemi di qualcun altro senza che a me entri in tasca nulla. Il lavoro per me serve solo per procurarsi soldi in maniera legale. Se di soldi non ne ho bisogno, preferisco fare un lavoro più appagante. Cucinare mi piace, sicuramente passare ogni giorno a cucinare ti farà odiare la cucina, ma qualunque lavoro comporta che ripeterai la stessa operazione infinite volte. Diventa questione di carattere. Io preferisco cucinare, mi diverte. Sono una persona precisa, quindi pulire e riodinare mi viene naturale. Mi dovrei imparare a stirare, certo, ma ho imparato a fare tante cose, non penso sia così difficile. Inoltre sarei molto più motivato. Perché se cucino, pulisco, stiro e via dicendo, lo faccio per me, e non per una merdosa società capitalista del cazzo che mi sfrutta per fare profitti, magari commerciando armi, e non sto facendo un esempio a caso. Mi cucino una cazzo di carbonara e me la mangio, mi lavo una camicia e me la metto, mi rifaccio il letto e ci vado a dormire. Non sono lo schiavo di nessuno.
Secondo, io ho i miei tempi. Se sto a casa, posso fare pausa quando voglio, gestirmi da solo, non rendo conto a nessuno, pausa sigaretta o pausa caffè libera, se mi voglio svegliare tardi recupero nel pomeriggio. Decido io e nessuno rompe il cazzo. 
In sostanza: fare il casalingo o la casalinga è un lavoro, non è un gioco o un dovere. E a me piace, cazzo. Se potessi farlo, lo farei. Ma non posso, e quindi dopo capodanno ripartirò a fare colloqui con piccole società di consulenza del cazzo che prima o poi, è calcolo delle probabilità, mi assumeranno e mi daranno quel tanto che basta per tenermi in vita.
Ma questo dopo capodanno; ora fatemi sfruttare i vantaggi della disoccupazione: niente pensieri per la testa, sveglia tardi, la possibilità di scrivere cazzate su questo blog del cazzo e soprattutto di farmi il capodanno a Istanbul.
E a culo tutto il resto.





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