domenica 23 marzo 2014

IL NOME DELLA ROSA, di U. Eco

Non è stato facile iniziare a leggerlo, ho sempre un certo timore reverenziale verso i libri voluminosi. Poi ho sentito l'imitazione di Eco fatta da Fiorello, ho preso un rosacrociano coraggio e ho iniziato.
Pesantuccio, soprattutto per le citazioni in latino che dopo un po' saltavo a piè pari e per il contesto medievale che ultimamente non incontra molte delle mie simpatie. Però va detto, se si riesce a uscire vivi dal prologo e dai primi capitoli, si è sufficientemente vaccinati per arrivare alla fine.
Non mi capacito di come possa essere diventato un best seller. Perché la gente dovrebbe comprarsi un libro come questo? Parlo della gente comune, quella che fa arrivare ai vertici delle classifiche Fabio Volo. Se non per esporlo in casa come un quadro, ovviamente. Un ottimo libro, ma richiede molto impegno e concentrazione e non è per molti.
Molto interessante l'appendice, o postfazione, non ricordo cme fosse chiamata, in cui Eco ripercorre le tappe della stesura del libro e ci permette di entrare nella testa dello scrittore, di vivere l'evento dall'altra parte rispetto al nostro solito ruolo di lettore.
Sulla fiducia insieme al Nome della Rosa ho comprato anche il Pendolo di Foucault. Vediamo un po'.

Perché l’architettura è tra tutte le arti quella che più arditamente cerca di riprodurre nel suo ritmo l’ordine dell’universo, che gli antichi chiamavano kosmos, e cioè ornato, in quanto è come un grande animale su cui rifulge la perfezione e la proporzione di tutte le sue membra.
Se un pastore falla deve essere isolato dagli altri pastori, ma guai se le pecore cominciassero a diffidare dei pastori.
È un uomo… strano,” dissi. “È, o è stato, per molti aspetti, un grande uomo. Ma proprio per questo è strano. Sono solo gli uomini piccoli che sembrano normali.
Anche una guerra santa è una guerra. Per questo forse non dovrebbero esserci guerre sante.
I libri non sono fatti per crederci, ma per essere sottoposti a indagine. Di fronte a un libro non dobbiamo chiederci cosa dica ma cosa vuole dire, idea che i vecchi commentatori dei libri sacri ebbero chiarissima.
Mi sono comportato da ostinato, inseguendo una parvenza di ordine, quando dovevo sapere bene che non vi è un ordine nell’universo.
 Voto: 4/5

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