lunedì 22 ottobre 2012

PAESE BASCO E LIBERTÀ, di M. Laurenzano

A distanza di mesi, mi pare di averlo comprato a giugno o a luglio, ed in colpevole ritardo rispetto al viaggio in Euskal Herria, leggo finalmente questo libro sull'ETA e, più in generale, sul nazionalismo basco. L'autore cura una rubrica settimanale su Radio Onda Rossa, "Radio Euskadi", che ho sentito qualche volta.
Non del tutto soddisfatto, devo ammetterlo. Libro ben fatto, la materia è ostica, ma non ho capito la scelta di concentrarsi sugli anni settanta lasciando gli ultimi trent'anni come ultimo capitolo, affrontati come se si trattasse degli ultimi tre anni. Avevo letto un libro sull'IRA che affrontava il percorso storico in maniera più convincente; è anche vero che comunque si riesce ad ottenere un convincente quadro d'insieme e probabilmente se fosse stato troppo approfondito lo avrei giudicato eccessivamente pedante.
Va anche detto che non credo ci siano molte possibilità di documentarsi sull'argomento in Italia, quindi premierei comunque l'impegno dell'autore che ha comunque offerto un buon lavoro. Solo per intenditori, ovviamente.
Euskadi infatti, oltre ad essere il luogo natale di Sant'Ignazio di Loyolae di San Francesco Saverio, oltre ad essere stata descritta da artisti come Picasso ed Hemingway in opere memorabili e oltre a possedere un complicatissimo idioma su cui si sono arrovellate generazioni di linguisti, è protagonista di uno sviluppo storico millenario talmente originale e complesso da costringere chiunque voglia studiare i tratti caratteristici di un'organizzazione come l'ETA, nata soltanto nel 1958, a risalire addirittura all'età protostorica.
A una sistemazione stabile, anche se non certo definitiva, dell'ideologia e della pratica politica dell'ETA, si arriverà soltanto nel 1973 con le conclusioni della VI assemblea [...] In essa, per la prima volta nella sua storia, l'ETA si definisce un'organizzazione comunista e, addirittura, teorizza la costruzione di uno stato autonomo basco come semplice soluzione temporanea per i problemi dell'oggi e come gradino da salire per conseguire "l'edificazione della società mondiale senza classi"; giunti a quel punto "l'esistenza di uno stato autonomo per il popolo basco avrà cessato di avere senso".
La novità più dirompente è la nascita, nell'aprile del 1978, della formazione Herri Batasuna (Unità Popolare). [...] Herri Batasuna è un coacervo di forze piuttosto eterogenee. Sono presenti vecchi nazionalisti come Monzón, che condensa il rifiuto della costituzione nella formula: "Non possiamo accettare la costituzione spagnola perché noi non siamo spagnoli".
 Il 20 novembre 2011 ETA annuncia la fine definitiva delle attività armate, a tre giorni di distanza da una grande conferenza internazionale di pace tenutasi a Donostia.
Voto: 3,5/5

Nessun commento:

Posta un commento