sabato 14 dicembre 2013

IL TIRANNO DI ROMA, di A. Frediani

Non mi ricordo quando né perché l'ho comprato, me lo sono ritrovato per casa e probabilmente, se non fosse stato per le sue dimensioni ridotte, neanche l'avrei letto. Poi mi sono detto che un libro formato ridotto, con un centinaio di pagine scritte larghe, ci avrei messo poco a leggerlo e gli ho dato una chance.
Non male alla fine, forse ancora si faceva sentire l'ombra lunga della visita al Colosseo, ma questo piccolo romanzo storico è stato soddisfacente. Lo sarebbe stato ancor di più se avessi scoperto prima che Crisso, il protagonista, non era uno schiavo qualunque e soprattutto non un personaggio inventato, ma uno dei protagonisti della terza guerra servile.
Ho visto che Frediani ha scritto molto altro, sempre ambientato nell'antica Roma, ma a quanto pare questa è l'unica cosa in vendita a meno di un Euro. Magari più in là posso farci un pensierino.
Nessuno dei servi si illudeva che il loro destino potesse cambiare, qualunque delle fazioni l'avesse spuntata; ma il compiacimento di veder soffrire i loro aguzzini sarebbe stata la maggior consolazione che potessero aspettarsi da una vita di schiavitù
Quell'uomo aveva avuto tutto dalla vita, era stato il più celebrato e onorato dei comandanti romani... Eppure crepava divorato dalla frustrazione per non aver compiuto le imprese che desiderava.
"Non piangere, amico", gli sussurrò l'uomo col collare dopo che il carro fu partito. "Le lacrime dovremo farle versare a questi porci romani, prima o poi. Sii forte. Non è mai finita. Come ti chiami?" "Mi chiamo... Mi chiamo Crisso", rispose, colpito dalla determinazione di quell'uomo. "Io mi chiamo Spartaco. E non considero questa una fine, ma un nuovo inizio. Fallo anche tu".
Voto: 4/5

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