lunedì 16 dicembre 2013

L'ULTIMA AVVENTURA DI HÉCTOR BELASCOARÀN, di P.I. Taibo II

Dopo mesi di attesa, dopo rinvii spesso immotivati e improvvisi, finalmente mi decido a leggere Taibo. Un'attesa così lunga non la ricordavo dal 2007, quando comprai Ribelli, Sognatori e Fuggitivi di Soriano a Maggio e lo iniziai a leggere a Capodanno. La domanda che qualcuno potrebbe farsi è: perché iniziare dall'ultima avventura? Beh, perché non è l'ultima. Come sempre le traduzioni italiane aggiungono sempre qualcosa in più, partendo dal fatto che le avventure sono due. Il volume infatti raccoglie No habrá final feliz e Regreso a la misma ciudad y bajo la lluvia. Che sono precedute da altri tre romanzi e seguiti da altri tre, ma ancora non ho comprato il volume con i primi tre e quindi sono partito da questo qua.
Il protagonista è Héctor Belascoarán Shayne, investigatore privato messicano con quartier generale a Città del Messico. Segni particolari: orbo, non so se parte così o se lo perderà in una delle storie che non ho letto. Condivide l'ufficio con un idraulico, un tappezziere e un ingegnere che si occupa di reti fognarie. E già come inizio è notevole. Nel primo romanzo si ritrova un cadavere vestito da antico romano nel bagno dell'ufficio. Nel secondo deve intrappolare un gusano, e non mi va di dirvi cosa vuol dire, che ha a suo carico un omicidio ma che nasconde molto altro.
Non si tratta del classico investigatore che basa tutto sulla deduzione, modello Sherlock Holmes, né tantomeno del duro alla Marlowe, che comunque sono due personaggi che adoro. Ragiona troppo poco ed è molto meno coatto di Marlowe; probabilmente il personaggio a cui assomiglia di più è Mario Conde. Ma i morti e i casi da risolvere non sono molto importanti. Molto più interessante è vedere un tizio improbabile girovagare per il Distretto Federale, anch'esso improbabile ma, come ci ricorda Taibo prima di ogni libro, assolutamente reale.
Oltre alla bravura di Taibo come scrittore, che ho già avuto modo di apprezzare leggendo la biografia di Che Guevara, è bello leggere una storia ambientata in un posto inconsueto, non la solita Londra o New York o Los Angeles, e soprattutto molto distante dai nostri tradizionali schemi occidentali.
Tra i due romanzi, ho preferito leggermente il primo, anche se ha un finale di merda che per correttezza non rivelerò. Bisogna pur dire che con quel titolo non potevo aspettarmi altro.

Da No habrá final feliz:
"Mi crede se le dico che nel nostro bagno c'è un romano morto?" disse Héctor. "Che altro posso fare... In due anni, da quando frequento questo ufficio, mi sono beccato due sparatorie, una cassa di succhi di frutta avvelenati, la festa di un Kindergarden, don Gilberto che subaffittava i locali a un complessino caraibico e un vecchietto che cercava di rifilarmi una pugnalata... Romano più, romano meno..."
La cicatrice era sempre lì, a ricordargli quanto ci si possa arrivare vicino, come sia facile andarsene definitivamente affanculo, e quanto questo paese e il suo mestiere fossero messi di merda.
Eccoli lì i messicani: sempre curiosi e sempre maldisposti verso le forze dell'ordine, pensò Belascoarán quando la volante esplose in un bellissimo fuoco d'artificio.
Cazzo, era proprio innamorato del Distretto Federale. Un altro amore impossibile sulla sua lunga lista. Una città da amare, da amare pazzamente. Con impeto.
Il personaggio lo affascinava. La sua gloria modello messicano bastava già da sola a intrigarlo. Una gloria sempre sconfinante nel ridicolo, gloria effimera e falsa, commercializzata, prostituita.
Fra i mille lavori che esistono sulla faccia della terra forse investigatori, giornalisti e puttane sono quelli maggiormente obbligati a mantenere centinaia di relazioni di pseudoamicizia.
Da Regreso a la misma ciudad y bajo la lluvia:
Secondo lui il limite invalicabille per provare e condividere emozioni con degli amici veri era situato un minuto dopo i trenta, perché esiste una certa sclerosi emozionale che impedisce aslla gente di mettersi in gioco nella rischiosa ricerca di amicizie appassionate. Dopo i trent'anni nessuno stringe più patti di sangue.
Il posto migliore per un appuntamento d'affari: il lago di Chapultec. Il centro del lago, per essere esatti.  Remando tra i cigni intossicati, che acquistano sempre più l'espressione di funzionari del ministero delle Finanze prossimi alla pensione.
Voto: 5/5

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