lunedì 9 luglio 2012

POLITICAMENTE SCORRETTO, di G. Minà

Il voto finale è la media tra il valore dei contenuti e l'esposizione. Perché in questa raccolta di articoli che Gianni Minà ha scritto per il Corriere della Sera, la Repubblica, l'Unità, il Manifesto e Latinoamerica i contenuti sono importanti, ma molto ripetitivi. Per dirla in maniera un po' brutale, Gianni Minà tre volte su quattro parla di Cuba e tira fuori a turno le stesse storie, ad esempio sul caso Baraldini, sui Reporters Sans Frontières, sui provvedimenti di Bush dopo l'attentato dell'11 Settembre, su Guantanamo.
Il punto è che ha ragione. Tutto ciò che viene detto è vero, Minà è un professionista serio e scrupoloso che parla sempre dopo un lungo lavoro di indagine e i fatti sono comprovati, anche se vergognosamente ignorati dall'informazione di massa. I numerosi tentativi andati a buon fine da parte degli Stati uniti di calpestare i diritti umani in nome di una presunta esportazione della democrazia sono sotto gli occhi di tutti. O forse no, perché non credo che molti sanno cosa è successo in Guatemala negli ultimi anni. Pochi sanno o ricordano che i talebani in Afghanistan sono stati, durante la guerra fredda, appoggiati economicamente e militarmente dagli Stati Uniti per contrastare l'influenza sovietica. 
Grazie all'embargo a Cuba, alcuni strumenti medici necessari per gli interventi di chirurgia sono diventati difficilmente reperibili perché la ditta da cui venivano importati è stata comprata da una multinazionale statunitense  e ha smesso di fornirli. Il reparto di Chirurgia infantile di un ospedale dell'Avana ha dovuto dimezzare gli interventi, ma che saranno mai qualche centinaio di bambini morti se stiamo portando la democrazia? Il punto, come dice lo stesso Minà, non è il voler difendere ad ogni costo la rivoluzione cubana, che ha portato benefici all'isola, con un livello di sanità e istruzione che non ha eguali in America Latina, ma ha commesso anche numerosi sbagli. Semplicemente, non si possono accettare lezioni di morale e di democrazia da un paese che viola senza ritegno queste ultime in nome del denaro, che pretende di comandare su tutto il pianeta calpestando i diritti di chi non è dalla stessa parte.
In conclusione, le quasi cinquecento pagine di questo libro potevano essere condensate in un centinaio, ma è anche vero che non nasce come un saggio, è una raccolta di articoli. Ma forse, visto il desolante silenzio che i mezzi di informazione riservano a queste notizie, non fa male ripetere più del dovuto.
So però che la sinistra, quella autentica, ha nel mondo il volto di Rigoberta Menchú o Mandela, del vescovo Samuel Ruiz o dei capi Maya delle popolazioni insorte del Chiapas, o il volto dei bellissimi esseri umani (moltissimi) che ovunque si adoperano nella società civile, nelle comunità di base, nelle associazioni di volontariato per alleviare la sofferenza dell'80 per cento dell'umanità.
[...]da antico viaggiatore del continente latinoamericano mi azzardo a invitare la sinistra italiana ed europea  a prendere atto che in continenti come l'america Latina e l'Africa è il capitalismo e la sua forma più estrema, il neoliberismo, che hanno fallito più tragicamente di quanto il comunismo non abbia saputo fare nell'Est europeo.
[...] è chiaro quindi che anche se il comunismo ha fallito per i suoi errori ed orrori, non sono finite le condizioni di ingiustizia che hanno spinto Marx a teorizzare la lotta di classe.
Il mondo cosiddetto civile e democratico, pur annichilito dalle immagini tragiche che arrivavano via satellite dagli Stati Uniti, non sapeva fare altro, in tutit i notiziari radiotelevisivi, che chiedersi quanti punti le borse stavano perdendo per gli effetti degli attentati al cuore della potenza leader del Pianeta.
[...]quelli che si dichiarano progessisti dovrebbero giudicare Cuba con maggiore onestà. Perché Cuba non è responsabile se la maggior parte dei sogni di chi era di sinistra in Europa quarant'anni fa non si sono avverati.
Voto: 3,5/5

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