mercoledì 6 marzo 2013

Hasta siempre

Dio è morto, Marx è morto, io non mi sento tanto bene. I ratti della Sabina e i Rein non ci sono più, Osvaldo Soriano riposa alla Chacarita, Roberto Baggio si è ritirato. Giochi senza frontiere non lo trasmettono più, la Coppa dei Campioni ha cambiato nome e ci può andare anche chi arriva quarto in campionato. E ieri, Hugo Chávez è morto. Cosa mi cambia se muore qualcuno dall'altra parte dell'oceano? Niente, in fondo. E spero che non cambi niente neanche in Venezuela, perché sono convinto che Chávez non era l'ultimo caudillo, come un giornalista di larghe vedute lo descrive su Repubblica. Che poi fa anche di meglio.
Chávez modificò la Costituzione, allungando a sei anni il mandato. Poi lo rese perenne: il presidente può ripresentarsi tutte le volte che può.
Presentarsi non vuol dire essere eletto, fino a prova contraria. sarebbe come dire che in Italia il capo del governo ha mandato perenne.
Nel suo Paese, confondendo sempre, da buon caudillo, il governo con lo Stato, ha occupato tutto quel che c'era da occupare. Riuscendo comunque a galvanizzare masse con le sue "misiones ", i programmi sociali, che non hanno cambiato l'esistenza degli indigenti ma certo gliela hanno resa meno penosa e umiliante. Grazie a Chávez migliaia di venezuelani si sono potuti operare gratis, molti hanno avuto una casa, altri un paio di occhiali, altri ancora un vitalizio.
Quindi migliorare le condizioni di vita e la dignità delle persone è solo propaganda, perché poi in realtà ha confuso il governo con lo stato. Ma la chiave sta in quest'altro passo.
Infine, al termine di un lungo braccio di ferro che si ricorda con il nome di "paro petrolifero", e dopo un golpe fallito contro di lui, tra la fine del 2002 e il 2003, conquistò le chiavi della cassaforte: il controllo personale e assoluto su Pdvsa, la holding del petrolio. [...] Ma soprattutto ha usato la sua grande risorsa, il petrolio, per modificare il ruolo geostrategico del Venezuela. Stringendo nuove alleanze con Cuba, l'Iran e infine la Cina.
E dunque, tralasciando che il golpe è fallito perché il popolo è sceso in piazza cacciando i golpisti e rimettendo al suo posto il presidente legittimamente eletto, eccola la sua colpa: ha usato il petrolio del suo paese per modificare il ruolo geostrategico del Venezuela. Ovvero, invece di svenderlo agli Stati Uniti, lo ha venduto a prezzo di mercato e ha usato il denaro ottenuto per finanziare lo stato sociale. D'altra parte, un geniale lettore commenta:
L' ignoranza e la miseria regnano sovrane dopo più di 14 anni di governo/ dittatura di uno degli stati più ricchi del mondo ( 4 produttore mondiale di petrolio, senza contare oro, uranio e bauxite). Con quel potere e con quelle risorse e con un uomo davvero in grado di governare il Venezuela sarebbe un' altra cosa.
Eh, sì. Infatti ad esempio in Congo, che ha più minerali che abitanti, non c'è il caudillo Chávez e tutti i congolesi vivono in ville con piscina e hanno sanità e istruzione gratis. D'altra parte, l'unico stato ricco di risorse in America è il Venezuela. Tutti gli altri, dal Messico al Cile, sono poveri perché i loro ottimi governanti purtroppo più di così non possono fare con quello che hanno a disposizione. L'unico modo per avere un giudizio sincero su Chávez sarebbe andare in Venezuela. Non parlare con un venezuelano, andare di persona lì. Perché se uno straniero parlasse con un italiano, potrebbe sentirsi dire che Berlusconi è un grande imprenditore che si è fatto da solo e che ci sono comunisti ovunque che ce l'hanno con lui, in particolare all'interno della magistratura.
Però il geniale lettore in realtà ha centrato il bersaglio. La colpa è del petrolio. Abbiamo già visto cosa è successo, con Gheddafi, con Saddam Hussein. Stavano lì da decenni, ma ci siamo ricordati di portare la democrazia con colpevole ritardo. Non era tollerabile che un ciccione mezzo negro arrogasse diritti sul petrolio di quel paese di straccioni. Non sto dicendo che era un santo. Ma, come stanno facendo per il movimento 5 stelle, ci si accanisce su qualunque mancanza. I grillini non sono qualificati per fare i politici. Invece quando Mara Carfagna è stata nominata ministro, nessuno ha detto un cazzo. Ma stiamo divagando. Chávez ha fatto del buono, ma è stata raccontata solo la versione cattiva, perché si è permesso di mettere le mani sull'oro nero e andava eliminato. Hanno provato a farlo fuori con un golpe ma, come detto, il popolo non era d'accordo. Certo, il popolo miserabile, gli straccioni. Quelli che non contano, perché contano solo i grandi imprenditori, i borghesi. Chi ha i soldi. Non succede sempre, ma a volte è vero che el pueblo unido jamás será vencido.
Una precisazione. Con le espressioni farlo fuori ed eliminare non intendevo fisicamente, come ha invece dichiarato il vicepresidente Maduro. Eppure tutte le grandi teorie del complotto mi sembrano sempre assurde all'inizio ma dopo un po' il dubbio che ci sia un fondo di verità rimane. Dopotutto, Hugo Chávez si era messo contro gli Stati Uniti, i difensori della libertà, gli esportatori della democrazia, il modello da imitare, quelli della lotta al terrorismo, quelli dell'11 Settembre. Una data da ricordare e commemorare, e che invece è colpevolmente e volontariamente dimenticata dal mondo occidentale:  mi riferisco all'11 Settembre 1973.
Perciò io, che sono di parte, non sono un giornalista e sono male informato, sto dalla parte di Chávez. I fatti semmai mi smentiranno. Hasta siempre, comandante.

2 commenti: