giovedì 27 dicembre 2012

Chi le vuole le mezze stagioni?

Mi fumo una sigaretta a metà mattina, una comune pausa sigaretta, come ce ne sono tante nel corso dell'anno lavorativo. Però rispetto a qualche settimana fa l'aria è diversa, c'è quel fresco frizzantino che ti avvolge,  una sensazione che adoro.
Adoro l'inverno, l'aria invernale, un'adorazione che nasce dal profondo, ha radici profondamente psicologiche. Il sapere che posso coprirmi per scaldarmi, che in qualche modo posso combattere il freddo. Mentre se ci sono quaranta gradi all'ombra più di spogliarmi non posso e comunque suderò, gronderò sudore e boccheggerò finché non arriverà la sera in cui verso le undici si può respirare. A meno che stai al mare, che ti butti in acqua e per un po' trovi pace. Ma non si può stare sempre al mare.
Molti hanno una concezione molto mistica dell'inverno, neanche abitassimo all'interno del circolo polare artico. Si concentrano troppo sugli svantaggi, lasciando da parte le cose belle.
Non so, le frugiate con un bel bicchiere di vino brulé. Una bella polenta al sugo con le spuntature. Un goccio di Whisky, o un Borghetti per chi va allo stadio, per scaldarsi fino in fondo. Un camino, per chi riesce a trovarlo. Ma soprattutto l'affondare nel letto avvolto dalle coperte, senza lasciare nessuno spiraglio al freddo e sentire il tepore che cresce in un'estati di morbidezza.
Sì, insomma, mi piace che fa freddo e che piove, che nevica, ma mi piace quando me lo guardo da dentro casa con una tazza di tè in mano.

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