martedì 4 dicembre 2012

Si stava peggio quando si stava meglio

Cenavo da solo, non ricordo perché. D'altra parte i casi sono due: o avevo palestra o  avevo calcetto. Comunque sia, la televisione era accesa e trasmettevano Chi l'ha visto. Mi ha colpito la storia di un uomo che aveva dichiarato la scomparsa della moglie ed era stato in seguito sospettato dell'omicidio. Oltre ad avvisare i Carabinieri dopo undici giorni, il giorno dela scomparsa ha acquistato un mastello di 120x80cm e veleno per topi. Ma questo è solo il preambolo, la necessaria premessa.
Le sue dichiarazioni sono state smentite dalle telecamere di sicurezza piazzate al cancello d'ingresso della villa del vicino, che lo hanno filmato la mattina mentre è uscito e poi quando è tornato col mastello. Poi hanno ripescato lo scontrino da cui hanno dedotto anche l'ora e il luogo in cui ha comprato mastello e veleno. Diciamo che lo scontrino è stato culo, nella maggior parte dei casi non l'avrebbero mai trovato perché non l'avrebbero fatto, ma a parte questo la cosa sconvolgente è il grado di rintracciabilità delle nostre azioni.
Ma non voglio fare discorsi banali sulla perdita della privacy, anche perché sono sicuro che voi che leggete non siete di quelli che scrivono su Facebook anche quando si allacciano le scarpe. Si tratta di qualcosa di più emotivo.
Scusate l'esempio, ma ho ancora in mente la mia ultima lettura. Vi immaginate i Barbudos nella Sierra Maestra che rilasciano comunicati sul web, coordinano le azioni tramite Whatsapp, si muovono col GPS? Oppure il libro pubblicato postumo con i ricordi del comandante Guevara: "I post del Che in Bolivia"? Lettere, appunti, ormai sono parte del passato. Il mondo ormai è piccolo davvero. Con tutti i vantaggi che ciò comporta, con tutti i pericoli che ciò comporta, ma soprattutto con la perdita di un certo fascino. I tempi cambiano, io non tornerei mai indietro, però non potrei rinunciare a sfogliare un libro. E penso valga lo stesso per i rullini, i dischi in vinile. Ma forse è questa la giusta dimensione. Perché le cose vintage, come sono definite in maniera accattivante le cose vecchie ma belle, ci concedono nostalgici e commoventi ritorni al passato e contemporaneamente ci ricordano che però il passato a volte era bello scomodo.
Mi sembra doveroso, per concludere, ricordare a tutti che io, dopo alcuni tiepidi tentativi di darmi alla scrittura, usando un portatile e un software di videoscrittura, ho trovato la mia dimensione scrivendo su un blog e la bozza di questo post l'ho scritta di notte, al buio, dentro al letto, usando l'app di Blogger sul mio Galaxy Nexus.

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