mercoledì 17 luglio 2013

PALESTINA, di J. Sacco

Praticamente, mentre cercavo all'edicola una qualunque rivistaccia con un cazzo di poster commemorativo del 26 Maggio, mi sono imbattuto in questo volume, facente parte di una pregevole collana del Corriere della Sera, se non sbaglio, dedicata al "Graphic Journalism". Nome altisonante per indicare reportages a fumetti.
Joe Sacco è un autore che conosco bene e so cosa aspettarmi. Al contrario, la situazione in Palestina è una di quelle cose che sia sanno e sentito dire.
Non c'è bisogno di soffermarsi sulla qualità dell'inchiesta, non avevo dubbi. Raccontarvi cosa succede da quelle parti... potete documentarvi da soli e ottenere informazioni più accurate di quelle che potrei darvi. O potreste leggere il fumetto sulla fiducia.
Ci sono un paio di aspetti, non strettamente legati alla storia, che mi hanno colpito. Il primo è una parziale e particolare rottura della quarta parete. Vediamo sempre, anche in altri fumetti, Joe Sacco che esprime giudizi, pareri puramente personali su quanto vive e racconta. Ma questa volta lo vediamo alle prese anche con problemi lavorativi. Ovvero siamo resi partecipi anche dei suoi pensieri su come sviluppare l'inchiesta, su come rendere a fumetti ciò che vede. A volte lo vediamo esclamare: questo è ottimo materiale da inserire. il che ci ricorda che tutto quello che leggiamo è una trasposizione di quanto Joe Sacco ha visto con i suoi occhi anni fa, alla fine della prima Intifada.
Il secondo è un inaspettato confronto. Dopo aver girovagato per i campi profughi della striscia di Gaza e della Cisgiordania, a Gerusalemme incontra due ragazze israeliane di Tel Aviv. Potete immaginare che la situazione palestinese vista da chi vive a Tel Aviv è leggermente diversa. E sebbene Joe Sacco abbia visto coi propri occhi la situazione dei profughi, non riesce totalmente a dissentire. La situazione è troppo complicata per poter schierarsi totalmente da una sola parte. 
Lo era ai tempi del fumetto, lo è ancora adesso. Una vecchia signora palestinese, intervistata, chiede a Joe Sacco a cosa servirà quell'intervista. Servirà a cambiare qualcosa? Migliorerà la situazione di lei e degli altri profughi? Nel fumetto Sacco non sa cosa rispondere, perché sa che per un motivo o per l'altro tutti la penseranno come Martellone in Boris:  "Ma il dramma della Palestina? ESTICAZZI!".

Voto: 4,5/5

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