lunedì 25 giugno 2012

Bitch, please: Italia-Inghilterra 0-0 (4-2 d.c.r.)

E stiamo in semifinale, nonostante tutto. e ci arriviamo dopo una partita che abbiamo dominato, cazzo, con un 70% di possesso palla, 30 tiri di cui 15 in porta e nell'unica grande occasione concessa si è vista la differenza tra un portiere di condominio e un portiere di calcio: manona di Gigi e passa la paura.
Ce lo meritavamo, come poche altre partite ci siamo meritati negli ultimi anni. Abbiamo giocato bene, creato tantissimo e senza la palla al piede di Thiago Motta la squadra va. Il problema ormai è chiaro, non abbiamo un attaccante che butti dentro la palla o comunque che stia in mezzo all'area a fare a sportellate e faccia salire la squadra.
Un Rooney o quel fabbro di Carroll con la maglia azzurra e ne facevamo tre. Ma va bene, dai, è semifinale. Contro la Germania, che è la squadra più forte. Ma siamo l'Italia, e il nostro obiettivo deve essere sempre la vittoria, quindi tocca batterle tutte prima o poi. Per noi secondo posto, semifinale, quarti, è comunque una sconfitta. Giochiamocela. Sono più forti, ma non partiamo sconfitti. Non dopo questa fottuta stupenda serata.
Che sofferenza, però, che sofferenza. Forse a posteriori è anche più bello, ma un'agonia di centoventi minuti ti mette a dura prova. Sigarette che volano, non fai in tempo a  girarne una e fumarla che hai il bisogno di fumare ancora, la birra scorre a fiumi e quando finisce il litro di vino rosso rimediato dalla dispensa sparisce in un attimo. La torta alla fine diventa il dolce della vittoria.
E poi quando chiedono a De Rossi che ha pensato quando ha preso palo, e lui tentenna: Daniè, lo sappiamo che hai pensato, tranquillo. L'abbiamo pensato tutti.
E quando Buffon dice: ve lo confesso, ho suggerito io a Diamanti di aprire il tiro, che lui lo chiudeva sempre e il portiere si sarebbe buttato a sinistra e Pannofino che fa: GENIO!
E sempre Buffon che fa il polemico con i giornalisti e io che speravo che a na certa dicesse: non potevo non parare quel rigore, mi ero giocato la vittoria dell'Italia.
Qualcosa è cambiato, però. Non c'è quella voglia di una volta di esultare e andare in giro fino all'alba. I mondiali li abbiamo vinti da poco, dopotutto, e una semifinale, per quanto bella, non ci basta. Solo la vittoria ci può saziare. Cerchiamo di ottenerla, alla faccia di tutti quelli che per fare i superiori se ne escono con uscite del tipo: ma guarda sti poracci che se affannano per un gol de quattro stronzi che danno calci a un pallone. Non è un delitto amare il gioco del calcio.
Quindi, a chi non gliene frega, stia zitto e non rompa i coglioni. A chi ci tiene, come direbbe Pannofino, anzi René, dai dai dai.

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