lunedì 4 giugno 2012

MARCOS: IL SIGNORE DEGLI SPECCHI, di M. Vázquez Montalbán

Leggere un buon libro sullo zapatismo è sempre piacevole. L'argomento è interessante e il fatto che sia sistematicamente trascurato dal mondo è segno che contiene qualcosa di buono e che si cerca di nascondere un'ingiustizia. Lo so che sono frasi fatte, ma purtroppo nel mondo d'oggi, soprattutto quando entrano in gioco i mezzi di comunicazione di massa, le frasi fatte la fanno da padrone. Pensate al detto: le cose vanno a puttane! e pensate all'Italia degli ultimi anni.
Il libro è un'intervista di Vazquez Montalban a Marcos, diluita all'interno di un corposo saggio dello scrittore sullo stesso subcomandante e sullo zapatismo all'interno della situazione politica e sociale messicana. Non mi ha entusiasmato come le letture precedenti, devo ammetterlo. Da una parte molte cose sono ormai per me note (cosa è l'EZLN, la situazione nel Chiapas, gli obiettivi del movimento), dall'altra Vazquez Montalban è eccessivamente ampolloso. Voglio concedere il beneficio del dubbio, visto che ho comunque letto una traduzione dallo spagnolo, ma alcuni passi sono decisamente pesanti. Manca d'immediatezza.
Purtroppo, se si vuole avere qualche informazione sui dannati della terra, bisogna accontentarsi. E ho letto di peggio, diciamolo.
Forse vi chiederete perché il signore degli specchi. Marcos utilizza spesso la metafora dello specchio come chiave per spiegare la strategia zapatista: lo specchio riflette la realtà che ci circonda, ci fa vedere le cose come stanno realmente. E ci invita a superare i limiti della situazione attuale. Uno dei metodi proposti dal subcomandante e dall'EZLN è tanto semplice e bello quanto distante da ciò che si vede ovunque: comandare ubbidendo. Perché è bene che nessuno dimentichi che è il popolo ad avere il potere, ma troppo spesso si dimentica di usarlo.
Quando i media raggiungono il fruitore indigeno non gli offrono alcuna possibilità di identificazione positiva, e quando l'indigeno si ribella continua a essere oppresso dall'alleanza della croce e della spada, oggigiorno della televisione e della baionetta, perché viene ancora ritenuto un perdente incapace di capire i vantaggi della vera civiltà.
Attualmente sono i partiti politici o il governo ad avere il ruolo principale. Ecco che cosa sembra essere cambiato: prima era il governo a determinare che cosa fosse la democrazia in termini elettorali; adesso si dà un qualche spazio ai partiti politici, ma la società è ancora assente. La classe politica è sempre l'attore protagonista. E noi diciamo che tutto questo deve cambiare.
Imprese e stati sono soggetti a crollare in pochi secondi, e non per via delle tempeste delle rivoluzioni proletarie, ma per gli uragani del mondo della finanza.
Quanto all'utopia, quale trasformazione sociale nella storia del mondo non era parsa un'utopia prima che si realizzasse? Nessuna.
Luis Hernández Navarro [...] ricorda che nell'incontro con gli indigeni in Perù nel 1985, un gruppo di essi gli restituì la Bibbia, sostenendo che in cinque secoli non aveva procurato loro amore, pace o giustizia: "...per favore, si riprenda la sua Bibbia e la riconsegni ai nostri oppressori".
Voto: 3,5/5

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