martedì 7 maggio 2013

MEMORIE DI UN UOMO IN PIGIAMA, di P. Roca

Incommensurabile. Ineffabile. Inenarrabile.Capolavoro. Meraviglia.
Impossibile riuscire ad esprimere la grandiosità di questa stupenda raccolta di strisce che Paco ha pubblicato non mi ricordo dove. La cosa fantastica è che questa volta non va a pescare nel torbido mondo del fumetto spagnolo anni '50 o nell'ancor più torbido mondo che gravita attorno ai malati di Alzheimer. Stavolta Paco racconta solo quello che fa nella vita.
E in realtà non fa un cazzo, la sua più grande attività è andare a fare la spesa, se la sua ragazza non la ordina online. Però riesce lo stesso a coinvolgerci nelle storie dei suoi amici single che passano da una donna all'altra, dagli amici sposati con figli, le sue vicissitudini con la ragazza. Momenti epici come quando sbrocca perché vede la carta igienica rivolta verso l'interno, quando si immagina un centro di coordinamento mondiale delle mamme che controllano il movimento di tutti i Tupperware del mondo, quando parla con il se stesso di vent'anni prima. Incazzature, figuracce, di tutto, con la visione di un quarantenne disincantato, con le sue manie, le sue fissazioni, le sue passioni.
Il titolo non è casuale: Paco passa molto tempo a casa in pigiama, ne ha tantissimi, tra cui anche uno di seta con le iniziali ricamate, e come ci dice lui stesso nelle prime pagine, il suo sogno è sempre stato di passare le giornate a casa in pigiama ed è felice di essere riuscito a realizzarlo. Non aveva bisogno di conferme, Paco Roca, dal punto di vista artistico. Che fosse uno dei più grandi fumettisti contemporanei lo avevo già scoperto da tempo. Ma da oggi è diventato anche il mio modello di riferimento nella vita.
Novantadue minuti di applausi.

Voto: 5/5

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