mercoledì 1 agosto 2012

CASTRO, di R. Kleist

Ero molto dubbioso prima di inizare a leggere questa biografia di Fidel Castro a fumetti. Quando si tratta di personaggi molto controversi c'è il rischio di sfociare o nell'adulazione o acritica o nella critica immotivata.
Questo fumettista tedesco, che per disegnare questa biografia si è trasferito all'Avana per un mese per poter meglio comprendere la realtà cubana, è riuscito invece a tracciare un ritratto fedele del Lider Maximo. La storia è raccontata attraverso gli occhi di un giornalista tedesco che, trovatosi a Cuba per lavoro nel mezzo della Revolucion, decide di rimanere sull'isola e sposarne gli ideali. Vediamo scorrere decenni di storia, dai sogni giovanili di Fidel alla situazione odierna, un'isola stremata da anni di embargo. La Cuba di oggi non è il paradiso, non è ciò che volevano Fidel e i suoi compagni, anche se certo non è paragonabile a molti altri paesi del terzo mondo.
Dal fumetto traspare questo dualismo tra l'idea e l'azione, quanto si voleva fare e quanto poi è stato fatto, in parte dovuto a fattori esterni, principalmente il vicino di casa più scomodo che ci possa essere: gli Stati Uniti. Senza dubbio però non sono l'unica causa di scelte sbagliate, che hanno portato parte del popolo a dissentire, lo stesso popolo che contrariamente alle attese si schierò dalla parte dei Barbudos durante l'invasione alla Baia dei Porci. Si vedono i diversi volti della gente, da chi crede ancora nella Revolucion nonostante tutto, chi ha perso la fiducia e spera di emigrare negli Stati Uniti, chi mal sopporta le restrizioni imposte alla propria libertà di pensiero e di espressione.
Le riflessioni di Fidel nel finale sono ambigue, come se lasciasse il giudizio finale sulla propria vita al lettore: è un po' deluso da come sono andate le cose, ma non pentito, anzi rifarebbe tutto ciò che ha fatto senza rimpianti; tuttavia si è reso conto che a volte sarebbe stato meglio fare discorsi meno lunghi e agire più concretamente e che i rivoluzionari, come disse José Martì, hanno arato il mare.

Voto: 4/5

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