sabato 4 agosto 2012

Risvegli

Non supererò mai il trauma del risveglio la mattina presto. Come per le lenti a contatto, che metto talvolta nonostante non sia entusiasta di infilarmi un dito nell'occhio. La prima ora appena sveglio la passo... neanche saprei dirlo bene, è come se non fossi realmente sveglio. Quando apro gli occhi la mattina di solito mi trovo in strada.
Nonostante sia spesso più scomodo logisticamente, preferisco prendere il treno che guidare. Per un solo motivo, posso leggere. Da un certo punto di vista, leggere mi aiuta a svegliarmi. A meno che io sia troppo devastato per riuscire a tenere almeno un occhio aperto, leggendo cerco di dimenticare che sono stato strappato crudelmente dal letto.
Durante quei trenta o quaranta minuti, se il libro è valido, mi sembra quasi di proseguire i sogni interrotti della notte. Di fatto fino a quel momento ho aperto la bocca solo il minimo indispensabile per fare colazione e lavarmi i denti, gli occhi ancora non sono abituati alla luce, avverto il mondo esterno come avvolto da una coltre ovattata. Mi siedo, se ci riesco, e senza soluzione di continuità mi immergo tra le vie di Los Angeles, oltrepasso il Limentra, sento l'aroma di un buon rum all'Avana.
Devo doverosamente aggiungere che sì, certo, è tutto bellissimo e meravigliosamente poetico, ma leggere quello stesso libro dentro casa, nel letto, sotto le coperte ha comunque un suo fascino oltremodo intrigante.

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