In fondo anch'io ho assistito a qualcosa di unico, nonostante questa triste epoca, che si trascina stancamente nel nuovo millennio, sembra non poter offrire niente di indimenticabile.
Nell'ultimo secolo ci sono state due guerre, la bomba atomica, il muro di Berlino, Woodstock, Marilyn, i Beatles, Maradona, Freddie Mercury, gli shuttle e la conquista della Luna. Tante cose tutte insieme, che sembra che ormai non ci sia niente di speciale al giorno d'oggi.
Ormai per noi è scontato che esista la Coca-Cola, oppure il telefono touch che si connette a Internet, fa le foto, i video e a tempo perso può pure chiamare, anche se conviene usare un'app che ti fa chiamare e mandare messaggi gratis; oppure che alla Champions League si qualifichino le prime tre del campionato. Tante cose, tante altre cose che sono stati cambiamenti importanti ma non ce ne siamo resi conto perché persi nel mare della continua innovazione.
Ma una cosa, appunto, potrò dirla sempre con orgoglio: ho avuto la fortuna e l'onore di veder suonare dal vivo i Ratti della Sabina.
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