sabato 18 agosto 2012

Una vita per partire, un giorno per tornare

Un inizio traumatico, aereo da Berlino alle 21.40, il tempo di fare le rifiniture allo zaino già preparato e un paio d'ore di sonno: alle cinque di nuovo in aeroporto, destinazione Euskal Herria, prima meta Donostia.
Le città di mare mi sono sempre piaciute; poi qui non c'è un mare qualunque, c'è l'Oceano Atlantico e si vede: onde alte due metri, una corrente tremenda. Fare il bagno è meglio di un parco giochi.
Una città dai tre volti. La mattina totalmente deserta, con le vie della Parte Vieja bagnate nel tentativo di rimuovere le scorie della sera prima. Dall'ora di pranzo fino al tramonto si inizia ad animare, i bar sempre pieni di gente ma per le strade si cammina. La sera le strade sono piene, concerti ed eventi nelle piazze, orde di ragazzi sfasciati all'inverosomile, come testimonia l'orrida puzza di piscio verso le tre del mattino.
Questo perchè non è un periodo qualunque, è l'Aste Nagusia. L'alcol a prezzi d'occasione è invitante, ma sono diventato vecchio. Col cucchiaino preferisco mangiare che essere raccolto. D'altra parte visti gli orari spagnoli si ha tutto il tempo per visitare la città tranquillamente e mangiare seduti prima dell'inizio del delirio; un giusto compromesso.
Non vorrei dare un'idea sbagliata dell'Aste Nagusia, era molto divertente e ho anche scoperto alcuni gruppi rock baschi estremamente validi, ma per fortuna o purtroppo mi sento fuori luogo. Non sono un tipo che se ne va ubriaco con i pantaloni calati a dare martellate ai chiodi. Io faccio parte della Donostia della tarda mattinata, che si siede al banco ad ordinare una porciòn di calamares bravos e un bicchiere di sagardoa.

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