martedì 28 agosto 2012

L'UTOPIA CALCISTICA DELL'ATHLETIC BILBAO, di S. Bertelegni

Un libro che non può non essere definito una storia d'amore. L'autore lo premette e mantiene la promessa: è un libro scritto da tifoso, spesso l'imparzialità va a farsi fottere ma è giusto così. D'altra parte un libro come questo lo può leggere solo chi è innamorato dell'Athletic, come l'autore e di certo approverà l'entusiasmo.
Un'emozionante ripercorrere della ultracentenaria storia dell'Athletic, i giocatori, il leggendario stadio, lo scudetto e gli inni, una storia indissolubilmente legata a quella della Biscaglia e di Euskal Herria.

Nonostante qualche anno fa la maglietta sia stata sporcata da uno sponsor, l'Athletic ancora non è crollato e con i suoi ideali anacronistici nel calcio di questo nuovo millennio è l'ultimo baluardo rimasto a difesa dello sport non ancora schiavo del dio denaro.
Cominciamo con una doverosa precisazione: si chiama Athletic. Athletic Club. Non Atlètico, e ancor meno Atletico, senza accento sulla E, un errore secondo l'ortografia spagnola.

Se l'Athletic non è mai retrocesso in Segunda Divisìon, ciò si deve proprio alla filosofia del club. L'utilizzo di giocatori della terra, che finiscono per essere tifosi in campo, disposti a dare tutto per la maglia, ha fornito un contributo fondamentale alla continua permanenza in Primera, poiché spesso si è sopperito col cuore ad alcune deficienze in ambito tecnico.

In una società complessa e polverizzata come quella biscaglina, percorsa da divisioni politiche, linguistiche e sociali anche forti, se c'è una  e una sola cosa che mette tutti d'accordo, quella è l'Athletic.

Se il San Mamés si è guadagnato l'appellativo di Catedral del fùtbol, Cattedrale del calcio, non si creda che ciò sia dovuto meramente alla sua anzianità di servizio. Lo stadio bilbaino era identificato come tempio laico già nei primi anni di vita, in virtù dei trionfi della squadra padrona di casa [...] per cui gli ospiti finivano per scendere in campo al San Mamés con lo stesso timore reverenziale con cui si può entrare in una maestosa basilica.

Julen Guerrero è stato e per certi versi è la filosofia dell'Athletic, l'idea incarnata nel corpo di un essere umano. [...] nel 1995, quando i club più ricchi e potenti di mezzo mondo si erano accorti di lui e l'avrebbero pagato a peso d'oro, respinse ogni offerta siglando un contratto con il club biancorosso praticamente a vita, poiché valevole dodici anni.
Voto: 5/5

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