venerdì 23 maggio 2014

BUONA APOCALISSE A TUTTI, di T. Pratchett

Una grande conferma, Pratchett. Rimaniamo sempre nel fantasy, perché non vedo come altro considerare storie in cui angeli e demoni sono protagonisti. Oltre all'umorismo molto stile Douglas Adams - ma potrebbe anche essere che l'umorismo di Adams sia decisamente Pratchettiano - ci vedrei anche un pizzico di Benni.
Mi riferisco in particolare ad Elianto, in cui Lucifero e gli angeli ricordano molto Crowley e gli altri alti ufficiali infernali di Pratchett. Un mix devastante, quasi come lo spaccabudella che uccide più volte Guybrush Threepwood, temibile pirata. Sto divagando, lo so. Ma il fatto è che non c'è molto da dire. La storia dell'ultima settimana del mondo, prima della grande battaglia tra il bene e il male, anche se quando non muori da eroe vivi abbastanza a lungo da diventare il cattivo e viceversa e parliamo di millenni, quindi bene e male hanno una certa promiscuità. Poi a quanto pare il nostro pianeta non è uscito proprio malissimo, si sta bene, è un peccato distruggere tutto. E quindi, al novantesimo, la partita viene rinviata. 
 Un libro che è la fine del mondo. E dopo questa battuta scontata, possiamo chiuderla qui.

Molti fenomeni soprannaturali – guerre, epidemie, improvvise certificazioni di bilancio – vengono da sempre ricondotti allo zampino di Satana negli affari umani, ma ogni volta che gli studiosi di demonologia si riuniscono per esaminarli, tra i candidati al ruolo di Indizio Principe spicca la M25, la tangenziale circolare che orbita attorno a Londra.
Si dice che le canzoni migliori vengano dall’Inferno. Il che, in generale, è vero. Il Paradiso, tuttavia, può montare le migliori coreografie. 
«Perché devi sempre essere così cinico?» «Te l’ho detto. È il mio lavoro.»
A Crowley piaceva la città alle prime ore del mattino. La strada era ancora tranquilla e la popolazione consisteva quasi interamente di uomini e donne che svolgevano lavori rispettabili e avevano ottime ragioni per vivere in città, al contrario dei milioni di presenze inutili che la affollavano dopo le otto del mattino. 
Le automobili, in teoria, forniscono un metodo spaventosamente rapido per spostarsi da un luogo all’altro. Le code, d’altro canto, rappresentano una spaventosa opportunità per rimanere fermi.
Voto: 4/5

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