giovedì 24 maggio 2012

LA LUNGA OSCURA PAUSA CAFFÈ DELL'ANIMA, di D. Adams

Non è possibile raccontare la trama, perché non ha senso. Ci sono in mezzo gli dei di Asgard, Dirk Gently, cliniche per malati molto particolari, investigazioni olistiche, sigarette, Heathrow. Un delirio totale, una storia senza capo né coda, con invenzioni sorprendenti.
Succede spesso, leggendo, di scoppiare a ridere in maniera incontrollata, la prima volta a me è successo leggendo la seconda riga del libro. Ma non mancano spunti per riflessioni serie, perché sebbene velati da profondi strati di minchiate i riferimenti alla realtà ci sono, eccome se ci sono. Però almeno prima di renderti conto dell'amara realtà ti fai delle grasse risate.

Ma non sono risate semplici, è un divertimento coinvolgente perché ti fa entrare in un meccanismo dell'assurdo e del grottesco nel quale tutto può essere possibile, compreso un distributore di bibite che.. meglio non dire nient'altro, metti caso che qualcuno che legge queste righe lo volesse comprare.. Non che sia fondamentale per la trama e non credo che molti siano interessati all'acquisto; è un libro da intenditori.
Non è il Douglas Adams attestato sui livelli epici della Guida galattica per gli autostoppisti, ma mi sento di dire senza ritegno che ho appena letto un capolavoro assoluto della letteratura mondiale. E di conseguenza, il massimo dei voti, cinque stelle. Il primo dell'anno, spero il primo di una lunga serie.
Aggiungo il titolo originale in inglese, leggermente diverso e molto più bello, almeno per me: The long, dark tea-time of the soul.
Non può essere un caso che in nessuna lingua terrestre esista l'espressione "Bello come un aeroporto". Gli aeroporti sono brutti. Alcuni sono molto brutti. Certi raggiungono un livello di bruttezza che può solo essere il risultato di uno sforzo consapevole.
Nobiltà era una parola che serviva a fare un po' di teatro intorno alle realtà inevitabili della vita, e non era la sola.
Ciò avveniva in larga misura a causa del suo sistema di orientamento Zen, che consisteva nell'individuare una qualsiasi macchina che avesse l'aria di sapere dove stesse andando, e di seguirla.
L'apparecchietto funzionava anche come una normale calcolatrice, ma in misura limitata. Riusciva a compiere ogni tipo di calcolo, a patto che il risultato non fosse superiore a 4. A calcolare 1+1 ce la faceva benissimo (2), e anche 1+2 (3) e 2+2 (4) e anche tangente di 74 (3,4874145), ma tutto ciò che era superiore a 4 veniva rappresentato mediante l'espressione "Una soffusione di giallo".
Comunque io non sono come gli altri investigatori privati. I miei metodi sono olistici e, nel senso proprio della parola, caotici. Io opero investigando la fondamentale interconnessione tra tutte le cose.
"Sì, è vero" stava dicendo "che a volte dei bambini eccezionalmente intelligenti e sensibili possono apparire stupidi. Ma, signora Benson, anche i bambini stupidi possono certe volte apparire stupidi. Credo che lei debba tener conto anche di questa possibilità. Lo so che è molto triste, sì. Buongiorno, signora Benson".
Voto: 5/5

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