lunedì 7 maggio 2012

LA VERSIONE DI BARNEY, di M. Richler

Questa è una delle rare volte che cedo al fascino del best seller: nonostante il prezzo, l'ho comprato. Bisogna ammettere però che il titolo era accattivante e molti buoni libri li ho acquistati catturato dal titolo.
Dopo dieci giorni di lettura, culminate all'una di notte di un giorno feriale mentre aspettavo che Ubuntu terminasse l'aggiornamento, posso dire che sono stati soldi ben spesi. Potrei  anche fare un pensierino al film. Un ottimo libro. Interessante, avvincente, caotico.
Continui palleggiamenti tra il presente e il passato, ogni tanto sembra di aver già letto qualche pagina, ma mi piace la non linearità. Storie che si intrecciano nei ricordi politicamente scorretti di Barney Panofsky, un degno antieroe dei tempi moderni, che durante il ricevimento per il suo secondo matrimonio si innamora perdutamente di un'altra e chiede ai camerieri quanto stanno i suoi adorati Montreal Canadiens, che stanno giocando la partita decisiva della Stanley Cup. Hockey su ghiaccio, per chi non ne fosse al corrente.
Sarei curioso di sapere quanto di autobiografico c'è in questo libro; è fatale che uno scrittore modelli alcuni personaggi prendendo spunto da se stesso. Senza arrivare al Madame Bovary c'est moi, ho comunque scoperto che ad esempio i sigari Montecristo e il whisky Macallan, due delle passioni di Barney, lo erano anche di Richler. Poi per pigrizia non ho insistito.
La parte finale, in cui Barney è colpito dall'Alzheimer, chiude in maniera triste il romanzo. Mi ha sorpreso, non mi aspettavo una conclusione simile. Mi ha ricordato Rughe, il fumetto di Paco Roca, per come viene descritto l'approccio di Barney e dei suoi familiari e amici all'incedere della malattia. Un momento di serietà ma sempre nei limiti che Barney è in grado di concedere.
Per ora, direi che assieme a Norwegian Wood è il miglior libro letto dell'anno; anche se l'anno è ancora lungo e la pila di libri da leggere continua a crescere, credo che abbia buone possibilità di rimanere tra i primi.
Non dico altro, per evitare di svelare altro della storia e rovinare la lettura a chi non l'ha ancora letto. Forse ho detto anche troppo, forse dovevo mettere un avviso di spoiler; ma in fondo non vi ho detto come cazzo è morto Boogie.
Ma ho anch'io i miei principi. Non ho mai venduto armi, droga o cibi dietetici.
Beh, se devo proprio dirti la verità stanotte ho qui una - come si chiamano adesso? Ah, sì, accompagnatrici, oppure operatrici del sesso. Insomma, come dicevamo noi cialtroni, una mignotta.
Dentro di me continuo ad avere venticinque anni, massimo trentatré, to'. Certo non sessantasette, con quel che ne segue - la puzza di stamtio e di sogni infranti, l'alito cattivo, le gambe che non avrebbero un disperato bisogno di una bella lubrificata. E ora che mi è toccato farmi mettete un'anca in vera plastica, non sono neppure biodegradabile. Gli ambientalisti mi negheranno il diritto alla sepoltura.
Stava  sfogliando Le Figaro. Le pagine della borsa, di sicuro, la lettura obbligata di chi non ha una vita interiore.
Ai miei tempi quando una donna diventava una star del cinema doveva girare in occhiale da sole e foulard, se non voleva essere fermata ogni due metri; adesso basta che si vesta.
Sono sempre stato, e rimango, una spaventosa testa di cazzo, un uomo cattivo, che gode nel vedere quelli migliori di lui trascinati nella polvere.
Voto: 4.5/5

2 commenti:

  1. a caratteri cubitali avresti dovuto scrivere SPOILER!!! porca miseriaccia...
    Vabbè che tanto ho la memoria corta. Aspetterò qualche mese prima di decidermi a comprarlo, tanto per esser sicura di aver resettato per bene.

    Valeria

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  2. Il libro non l'ho letto. Comunque anche il film merita!

    Francesca

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