lunedì 16 aprile 2012

And then Georgie would make the fire lights

Anche quest'anno la sagra del carciofo, l'unico evento degno di questo nome a Ladispoli, è finita. Pare che sul palco in piazza cantasse Alexia, ma nonostante sarebbe stato interessante vedere un pezzo d'antiquariato tornare direttamente dal congelatore del precedente millennio, ero troppo impegnato a mangiare e bere per accorgermene. In quattro ore ho fatto fuori un panino con salsiccia, crauti, funghetti sott'olio e senape; un cartoccio di olive ascolane, mozzarelline fritte e cremini; un cannolo siciliano; una bomba con la nutella; due birre rosse, gradazione 6.3; in più, aiutato da una valente compagnia, una bottiglia di Superiore della valpolicella e una bottiglia di vino ambrato siciliano.
Alle undici e mezza ci sono stati i consueti fuochi d'artificio, belli come non mai. Le malelingue dicono che è merito delle imminenti elezioni; comunque sia, sono stati veramente belli. Istintivamente ci siamo alzati tutti in piedi, come se stessero eseguendo l'inno nazionale.
Adoro i fuochi d'artificio, ma quelli della sagra del carciofo hanno sempre un sapore particolare. Sono fuochi che mi fanno pensare al passato; guardandoli penso alle sagre passate e al me stesso del passato. quando avevo cinque, dieci, quindici, diciotto, vent'anni; all'anno in cui li ho visti con gli amici del liceo, a quando li ho visti con gli amici dell'università; a quando non li ho visti; a quando li ho visti dal muretto del lungomare, a quando il vento soffiava verso la costa e i trucioli dei fuochi cadevano su di noi nella piazza.
Poi, la sagra rappresenta la vera fine dell'inverno per me. Una volta passata, è davvero primavera e si inizia a pensare all'estate e alle vacanze.
Mi succede sempre. Ogni anno, quando li guardo, mi sembra di isolarmi dal mondo. Non penso a chi è con me in quell'occasione, ma penso a tutte le volte che li ho visti, con chi li ho visti, perché non li ho visti. Per me è un secondo capodanno, perché è come se fosse finito un ciclo, tante cose sono cambiate ma si sta sempre qui con la faccia rivolta verso l'alto a contemplare con lo sguardo rapito la magia di quei colori mentre il pensiero involontariamente pensa a chi c'è e chi non c'è e a chi c'era e non c'era l'anno scorso e perché chi c'era l'anno scorso adesso c'è e così via.
Quasi mi commuovo, quando sento i soliti Oooooh di stupore del pubblico dopo una combinazione particolarmente riuscita, perché quegli Oooooh sono il fil rouge che accomuna tutti gli anni. Cambia tutto, la compagnia, il tempo, lo stato di ebbrezza, ma rimane sempre la meraviglia e lo stupore di fronte allo spettacolo di quei fuochi d'artificio che nel crescendo finale illuminano il cielo come se fosse giorno.
Sicuramente non è niente di speciale, ma è una delle poche cose che è mia, che fa parte di me da quando ero piccolo. Le mie radici, di cui non me ne frega più di tanto ma non posso fare a meno di essere nostalgico quando guardo qualcosa che racchiude tutto il mio passato, nel bene e nel male.

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