giovedì 19 aprile 2012

IL 18 BRUMAIO DI LUIGI BONAPARTE, di K. Marx

Il seguito ideale del libro precedente, sulle lotte di classe in Francia. Marx, ancora in veste di storiografo, passa in rassegna la seconda repubblica francese fino al colpo di stato di Luigi Bonaparte, soprannominato "Napoleone il piccolo" da Victor Hugo, che da presidente della repubblica diventa imperatore.Di conseguenza, pareri e riflessioni sono le stesse, non le ripeto. Potete rileggervi il post precedente, se proprio volete sapere che ne penso.
L'unica cosa è che i giochi di potere e gli intrecci tra presidente della repubblica, parlamento, governo, partiti di maggioranza e di opposizione, monarchici e repubblicani, militari e borghesi non mi erano per nulla nuovi. Dopo un po' che leggevo, mi sembrava di stare in Italia ai giorni nostri. Il presidente che si compra il favore degli elettori con regali, i partiti che non sanno che fare, la corruzione, il marcato contrasto tra le promesse alla gente e le azioni effettive, e potrei fare ancora decine di esempi.
La differenza è che in Francia, all'epoca, il popolo ogni tanto si rompeva il cazzo e scendeva in strada per ribellarsi. Sono altri tempi, ormai. Oltre che un altro popolo.
Gli uomini fanno essi stessi la storia, ma non la fanno in modo arbitrario, in circostanze scelte da loro stessi, bensì nelle circostanze ch'essi trovano immediatamente davanti a sé, determinate dai fatti e dalla tradizione. La tradizione di tutte le generazioni scomparse pesa come un incubo sul cervello dei viventi. E proprio quando sembra ch'essi lavorino a trasformare se stessi e le cose, a creare ciò che non è mai esistito, proprio in tali epoche di crisi rivoluzionaria essi evocano con angoscia gli spiriti del passato per prenderli al loro servizio; prendono a prestito da loro i nomi, le parole d'ordine, i costumi, per rappresentare sotto questo vecchio e venerabile travestimento e con queste frasi prese a prestito la nuova scena della storia mondiale.
E così come nella vita privata si fa distinzione tra ciò che un uomo pensa e dice di sé e ciò che egli è e fa in realtà, tanto più nelle lotte della storia si deve fare distinzione tra le frasi e le pretese dei partiti e il loro organismo reale e i loro reali interessi, ciò che essi si immaginano di essere e ciò che sono in realtà.
Voto: 3/5

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