mercoledì 18 aprile 2012

LE LOTTE DI CLASSE IN FRANCIA, di K. Marx

Diciamo che trattasi di una cronaca degli anni 1848-1850 in Francia. Più una lezione di storia o un articolo di giornale, che altro. Difatti venne pubblicato, a tranci, su una rivista a cui Marx collaborava. Interessante se si vuole approfondire il contesto dei moti del '48 francesi grazie all'esposizione di un personaggio autorevole, un po' meno se, per motivi che possono essere il disinteresse per la storia, per la Francia o quant'altro, quello che è successo nel '48 e a seguire è ritenuto di scarsa importanza.

Il parere di Marx  sui fatti è che le insurrezioni hanno avuto come risultato il consolidarsi dell'aristocrazia finanziari; ma queste sconfitte, che hanno fatto quindi sorgere un avversario potente, hanno anche avuto il merito di liberare il partito rivoluzionario di fronzoli, persone, illusioni non utili alla causa rivoluzionaria.
Sotto Luigi Filippo non era la borghesia francese che regnava, ma una frazione di essa, i banchieri, i re della borsa, i re delle ferrovie, i proprietari delle miniere di carbone e di ferro e delle foreste, e una parte della proprietà fondiaria venuta con essi a un accordo, - la cosiddetta aristocrazia finanziaria.
Il proletariato parigino era stato costretto alla insurrezione di giugno dalla borghesia. In ciò era già contenuta la sua condanna. [...] solo la sconfitta lo convinse della verità che il più insignificante miglioramento della sua situazione è una utopia dentro alla repubblica borghese, una utopia che diventa delitto non appenavuole attuarsi.
Non abbiamo bisogno di dichiarare che i repubblicani onorati sacrificano più a buon mercato l'elevato sentimento della loro ideologia che il godimento mondano del potere governativo.
Voto: 3/5

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